La domanda di Franz Kafka
Questo racconto fa parte di Storie ad un metro …dal palco
di Mario Abbati
Sono nato a Roma nel 1966 e mi sono laureato in Ingegneria Elettronica e in Filosofia. Come scrittore ho pubblicato saggi, romanzi e raccolte di racconti. Come studioso dei Tarocchi dal 2010 mi interesso delle applicazioni di questo strumento alla narrativa. Ho seguito il ciclo di formazione su Arcani Maggiori e Minori presso l’Accademia dei Tarocchi. Sono co-ideatore insieme ad Antonella Busino del metodo “Inventare storie con i Tarocchi”. Collaboro con diverse scuole di scrittura creativa. Questa è la rubrica che io e la mia collega Antonella Busino teniamo settimanalmente sulla rivista on-line della scuola di scrittura Genius
Mario Abbati
Il racconto è nato come un possibile esempio di applicazione del nostro metodo, da inserire all’interno di un manuale che stiamo preparando per la pubblicazione.
Mario Abbati
La domanda di Franz Kafka
Domanda di Franz Kafka: come posso impostare l’incipit del racconto sul tema della “metamorfosi” che ho intenzione di scrivere?
Configurazione delle carte
Commento
Dalle prime tre carte si evince come il protagonista maschile della storia sia afflitto da una situazione di tremenda difficoltà, a causa della presenza contemporanea dell’Arcano XVIII (Luna) rovesciato, dell’Arcano XIII rovesciato e dell’Arcano XII (Appeso) in fondo. L’uomo difatti si trova in uno stato di immobilità forzata (Arcano XII – Appeso) a causa di una trasformazione malvissuta che lo ha colpito durante il sonno (Arcano XVIII – Luna). Le carte in soluzione ci forniscono informazioni sul passato del protagonista, o meglio sul suo stato sociale al momento della trasformazione: lavora come commesso viaggiatore (Arcano VII – Carro) ma lui vive quest’esperienza come una punizione del destino (Arcano X – Ruota), sia per la fatica dei viaggi continui (Arcano X – Ruota) sia per la presenza di un capoufficio (Arcano IIII – Imperatore) che si dimostra spietato nei suoi confronti, una situazione da cui lui vorrebbe uscire osando di più (Arcano XV – Diavolo) ma che alla fine lo tiene indissolubilmente vincolato (Arcano XV – Diavolo).
La presenza della componente animale sia nell’Arcano XVIII (Luna) che nell’Arcano X (Ruota) entrambi capovolti suggeriscono che la metamorfosi del protagonista deve consistere nella degenerazione da una forma umana a un animale possibilmente disgustoso.
Supponendo che Franz Kafka, in un ipotetico corso di scrittura creativa, avesse assimilato questi suggerimenti, riportiamo l’incipit originale della Metamorfosi, segnalando in neretto tutte le parole-chiave desunte dalle carte con il relativo Arcano fra parentesi.
Incipit
Un mattino, al risveglio da sogni inquieti(Arcano XVIII – Luna), Gregor Samsa si trovò trasformato(Arcano XIII) in un enorme insetto(Arcano XVIII – Luna) . Sdraiato nel letto(Arcano XII – Appeso) sulla schiena dura come una corazza, bastava che alzasse un po’ la testa per vedersi il ventre convesso, bruniccio, spartito da solchi arcuati; in cima al ventre la coperta, sul punto di scivolare per terra, si reggeva a malapena. Davanti agli occhi gli si agitavano le gambe, molto più numerose(Arcano XVIII – Luna) di prima, ma di una sottigliezza desolante.
«Che cosa mi è capitato?» pensò. Non stava sognando(Arcano XVIII – Luna). La sua camera, una normale camera d’abitazione, anche se un po’ piccola, gli appariva in luce quieta, fra le quattro ben note pareti. Sopra al tavolo, sul quale era sparpagliato un campionario di telerie svolto da un pacco (Samsa faceva il commesso viaggiatore(Arcano VII – Carro)), stava appesa un’illustrazione che aveva ritagliata qualche giorno prima da un giornale, montandola poi in una graziosa cornice dorata. Rappresentava una signora con un cappello e un boa di pelliccia, che, seduta ben ritta, sollevava verso gli astanti un grosso manicotto, nascondendovi dentro l’intero avambraccio.
Gregor girò gli occhi verso la finestra, e al vedere il brutto tempo – si udivano le gocce di pioggia battere sulla lamiera del davanzale – si sentì invadere dalla malinconia(Arcano XVIII – Luna). «E se cercassi di dimenticare(Arcano XVIII – Luna) queste stravaganze facendo un’altra dormitina?» pensò, ma non poté mandare ad effetto il suo proposito: era abituato a dormire sul fianco destro, e nello stato attuale gli era impossibile assumere tale posizione(Arcano XII – Appeso). Per quanta forza mettesse nel girarsi sul fianco, ogni volta ripiombava indietro supino(Arcano XII – Appeso). Tentò almeno cento volte, chiudendo gli occhi per non vedere quelle gambette divincolantisi, e a un certo punto smise perché un dolore leggero, sordo, mai provato prima cominciò a pungergli(Arcano XIII) il fianco.
«Buon Dio,» pensò, «che mestiere faticoso ho scelto! Dover prendere il treno(Arcano VII – Carro) tutti i santi giorni… Ho molte più preoccupazioni che se lavorassi in proprio a casa, e per di più ho da sobbarcarmi a questa tortura dei viaggi(Arcano X – Ruota), all’affanno delle coincidenze, a pasti irregolari e cattivi, a contatti umani sempre diversi, mai stabili, mai cordiali. All’inferno(Arcano XV – Diavolo) tutto quanto!» Sentì un lieve pizzicorino(Arcano XIII) sul ventre; lentamente, appoggiandosi sul dorso, si spinse più in su verso il capezzale, per poter sollevare meglio la testa, e scoprì il punto dove prudeva: era coperto di tanti puntolini bianchi, di cui non riusciva a capire la natura; con una delle gambe provò a toccarlo, ma la ritirò subito, perché brividi di freddo lo percorsero tutto.
Si lasciò ricadere supino. «Queste levatacce abbrutiscono,» pensò. «Un uomo ha da poter dormire quanto gli occorre. Dire che certi commessi viaggiatori(Arcano VII – Carro) fanno una vita da favorite dell’harem! Quante volte, la mattina, rientrando alla locanda per copiare le commissioni raccolte, li trovo che stanno ancora facendo colazione. Mi comportassi io così col mio principale(Arcano IIII – Imperatore)! Sarei sbattuto fuori all’istante. E chissà, potrebbe anche essere la miglior soluzione. Non mi facessi scrupolo per i miei genitori, già da un pezzo mi sarei licenziato, sarei andato dal principale e gli avrei detto chiaro e tondo(Arcano XV – Diavolo) l’animo mio, roba da farlo cascar giù dallo scrittoio! Curioso poi quel modo di starsene seduto lassù e di parlare col dipendente dall’alto in basso(Arcano IIII – Imperatore, Arcano XV – Diavolo); per giunta, dato che è duro d’orecchio, bisogna andargli vicinissimo. Be’, non è ancora persa ogni speranza; una volta che abbia messo insieme abbastanza soldi da pagare il debito dei miei, mi ci vorranno altri cinque o sei anni, non aspetto neanche un giorno e do il gran taglio(Arcano XV – Diavolo). Adesso però bisogna che mi alzi: il treno parte(Arcano VII – Carro) alle cinque.»