Turchia portami via, prima parte: Istanbul
Questo racconto di viaggio fa parte di Storie ad un metro …dal palco e della rubrica Volare Via
di Francesca Barzanti
Vorrei vivere viaggiando e viaggiare scrivendo…
Francesca Barzanti
Turchia: profumi, colori, spezie, tradizioni e magia! E chi se lo aspettava?! Un mondo da scoprire, che vi lascia senza fiato e vi si posa sul cuore! Ecco la prima parte del mio primo viaggio in Turchia nel 2010! Ricordo che lo scrissi appena tornata, tutto d’un fiato, quasi come se avessi paura che qualcuno potesse portarmi via quegli splendidi ricordi!
Francesca Barzanti
Turchia portami via, prima parte: Istanbul
Ciao a tutti viaggiatori folli e sognanti, l’estate inizia ad avvicinarsi alla fine, il sole picchia ma non abbronza più come prima ed io sono triste e penso solo alle vacanze passate, al giorno in cui si torna e si è stanchissimi ma con la testa piena di immagini, di idee, di momenti che si mescolano, che ritornano all’improvviso e poi spariscono di nuovo…
Sì perché quando ci si addormenta il giorno dopo le vacanze, la notte del ritorno, si sogna di essere ancora via, ancora con le persone che ci hanno accompagnato per giorni e giorni, ancora nei posti che ci hanno segnato, stupito, ammaliato o fatto arrabbiare. Ancora in fila all’aeroporto con in mano il passaporto, o alla stazione di Milano pensando di volare via lontano, e poi ci si sveglia la mattina dopo il giorno del ritorno, si vede il soffitto bianco della nostra vita reale, si sente un aghetto piccolo che punge il cuore, e ci si alza con l’anima confusa, la testa che inizia a programmare un altro viaggio, ed il cervello annoiato che ricomincia svogliato la noiosa vita di tutti i giorni.
Beh tutto questo per dirvi che il mio sogno di mezza estate questa volta è stato la Turchia e oggi, tristetristetriste con ancora il cuore in Cappadocia o dentro le terme di Pamukkale,vi racconto un po’ quello che ora ogni notte mi torna in mente e non vuole andare via.
Che io poi la Turchia non me la ero mai troppo considerata, che preferivo i paesi nordici in estate, come l’Islanda e l’Irlanda, e invece quest’anno con due mie amiche abbiamo detto “facciamo un salto” e abbiamo provato ad andare in Turchia con un viaggio organizzato, che io i viaggi organizzati li ho sempre odiati che sono io che li organizzo e basta.
E così siamo partite i primi di agosto con altre 13 persone con le facce nuove che quando non le conosci non sai mai cosa guardano: te, come sei vestita, o un punto indefinito nell’iperuranio perché si vergognano…? E ci siamo ritrovati a Milano Malpensa tutti in fila sull’aereo per Istanbul come la gita delle medie ma senza maestra.
E ad Istanbul, l’Europa turca, la temperatura faceva scoppiare con 45 gradi all’ombra e l’umidità che ricopriva di nebbia il Bosforo e lo sfumava nelle foto come se fosse novembre in un giorno a caso di agosto, e i condizionatori lavoravano più delle guide giapponesi ed io sudavo più di un esquimese ai Caraibi. E mentre la mia amica Vucci si chiudeva negli hammam della città facendosi di bagni turchi e digestivi tipici raki al sapor di sambuca, io vagavo per la città con la Linda a caccia di moschee e storia.
E così abbiamo scovato la Moschea Blu che fuori sembra la casa di Aladino e dentro invece diventa la festa delle luci e delle ombre che si alternano fra il rosso dei tappeti e l’oro delle pareti, e Agia Sofia dove se ti metti al centro e guardi la cupola da dentro ti perdi fra i tagli di luce ed i pilastri nascosti, e il palazzo Topkapi che fra il fasto ed i colori che non finiscono mai ci racconta una storia magica di sultani, mogli bellissime ed eunuchi.
E poi la sera abbiamo cercato di respirare sul Ponte di Galata fra le luci delle moschee notturne, le barche che colorano l’acqua e la torre in lontananza che ci spia. Poi abbiamo mangiato pesce mega succo e abbiamo chiacchierato con i venditori di pannocchie che riempiono le piazze del lungo Bosforo, e abbiamo conosciuto i compagni di viaggio che dai 20 ai 60 anni come me sembra non abbiano mai smesso di scappare!
E dopo tre giorni di umido finalmente siamo ripartiti di nuovo, ma stavolta a bordo di una barca che ci ha fatto conoscere il Bosforo la sera, che a sua volta ci ha presentato il tramonto, che poi ci ha accompagnato fino alla stazione dei treni di Istanbul dove ci attendevano tante cuccette tutte dirette nella regina della Turchia: la Cappadocia, che l’avevo vista fino ad allora solo sulle cartoline sucche delle agenzie e non ci credevo che esisteva!
E sulla barca mi ricordo che ho parlato con i compagni di viaggio, ho pensato che erano simpatici e alcuni nemmeno brutti e ho capito che nelle cartoline delle agenzie ora ci stavo entrando io, per davvero.