di Chiara Chiessi, Claudio Guidi, Domenica Sabatini e Francesco Frisari
Discussione all’interno di Theatre of Tarots del 28/04/2020
Questo articolo nasce come risultato di una serata di discussione sul tema “Ordine e Caos”. La discussione è stata divisa in tre parti: nella prima parte si è lasciata libertà ai partecipanti di esprimere i loro pensieri e loro idee in merito al tema; nella seconda parte si sono ricollegati i contenuti della prima parte della discussione alle carte dei Tarocchi selezionandone alcune in particolare; nell’ultima parte si è discusso di come le tematiche emerse si ritrovino nel fare teatro di improvvisazioneL
Ordine e Caos
Discussione generale
In questo periodo ordine e caos viaggiano a braccetto intrecciandosi quotidianamente con le nostre percezioni. In modo altalenante subiamo il peso di un ordine da seguire ed allo stesso tempo ci sentiamo persi nel caos di non avere prospettive. Ciò che appare assurdo è che in una situazione apparentemente ordinata dove gli spostamenti sono limitati e contingentati, si fa però esperienza di una situazione caotica. Se ci pensiamo bene infatti, se siamo tutti fermi teoricamente dovremmo considerarci in una situazione più “ordinata” ma non è affatto così. A cosa dobbiamo allora il caos che percepiamo? Sicuramente quelle che possiamo toccare con mano in questi giorni sono sensazioni riconducibili più al caos interiore che, molto probabilmente, viene alimentato dalla mancanza di punti fissi nel nostro futuro a breve e lungo termine. Non sapere quando potremo uscire ed avere la libertà di muoverci ci fa sentire in un limbo senza prospettive. La nostra progettualità si arena ed il nostro sguardo verso il futuro diventa più opaco. Il caos in questo caso, nasce dall’assenza di quella freccia del tempo che ci allinea verso una direzione nel futuro. Il problema probabilmente non è tanto non avere obiettivi ma l’essere consapevoli di non poterli nemmeno immaginare. Questo provoca certamente un blocco della spinta creativa che a sua volta alimenta ansie ed angosce. Per assurdo ci appare ora chiaro come il movimento “di prima” apparentemente caotico, sempre dietro a correre a nuove scadenze con tanti impegni da inseguire, fosse in realtà un ordine, una quotidianità movimentata che però ci dava la sensazione di essere in cammino. E questo era più che sufficiente. Il movimento del corpo e dei corpi è energia tangibile che viene continuamente trasformata ed è la base sulla quale viene costruita la vita. Grazie al movimento del corpo è possibile instaurare relazioni attive con altre persone che favoriscono lo scambio di idee, esperienze, umori e sensazioni che generano movimento interiore ed alimento per l’anima. Il caos interiore nasce perciò da questo blocco della vitalità che si ripercuote poi sul nostro umore e sulla nostra capacità di immaginare il domani. L’angoscia e l’ansia sono i due sentimenti principali con i quali affrontiamo queste giornate
Le carte
Se veniamo alle carte, partendo dagli arcani minori, possiamo affermare che stiamo sperimentando un blocco dell’energia vitale rappresentata dai bastoni vero e proprio motore che muove tutto il resto. Senza il sostegno dei bastoni anche le denara entrano in crisi. Le denara rappresentano i ruoli sociali tra cui quelli lavorativi. E’ chiaro che molte posizioni sociali esistono perché sostenute da un “movimento” sottostante identificabile nella fattispecie con l’economia che non è altro che scambio continuo di beni. Bastoni e denara quindi sono i due semi che subiscono oggi maggiormente un blocco.
Se rimaniamo negli arcani minori, le uniche forze veramente libere di esprimersi sono oggi le spade e le coppe. Le prime rappresentano l’energia intellettuale mentre le seconde rappresentano la dimensione dell’ascolto interiore. Effettivamente se pensiamo alle spade, in questo periodo se c’è qualcosa che possiamo mettere in movimento sono proprio i pensieri e le parole. Tale libertà è anche potenziata dal fatto che disponiamo di strumenti tecnologici molto potenti che ci permettono proprio di parlare e scrivere. Come dicevamo l’altra dimensione libera di esprimersi è l’ascolto e nello specifico l’ascolto interiore. Ascoltare significa mettersi in attesa di ricevere dal prossimo ed anche da sé stessi. Un buon ascolto permette di ricevere “nutrimento” che nel caso specifico non è un nutrimento materiale bensì un nutrimento per l’anima. Ecco, in questo periodo si aprono spazi per ascoltare e per nutrire l’anima. Se si dà giusta libertà di espressione alle coppe è possibile comprendere meglio l’origine delle ansie e delle angosce che percepiamo in questo periodo, è possibile contenerle, persino apprezzarle. Ma se si lascia campo libero alle sole spade senza bilanciare con le coppe, si rischia che queste emozioni possano addirittura ingigantirsi.
L’ansia e l’angoscia possono infatti essere ricondotte anche ad uno strapotere delle spade che impediscono di scorgere il ritmo incessante della vita che comunque continua inesorabile nonostante tutto. Provare a ribilanciare il pensiero con l’ascolto interiore praticando un po’ di meditazione o del semplice silenzio può certamente aiutare ad avere una visione più completa di quello che sta accadendo.
Tra gli arcani maggiori ne abbiamo individuati sei principali a caratterizzare questo periodo:
La ruota della fortuna, X: rappresenta il mistero, ciò di cui non si conosce nulla. La si può certamente associare all’angoscia ed all’ansia di non avere conoscenza del domani. E’ forse la carta che esprime meglio il periodo di incertezza che stiamo vivendo.
L’appeso XII: rappresenta il blocco interiore che si viene a creare legato all’incertezza per il futuro. Per assurdo non potendo muoverci fuori ci sentiamo impediti anche all’interno. Questo succede perché la nostra direzione vitale era agganciata solamente al piano esteriore della vita e non a quello interiore. La carta suggerisce di volgere uno sguardo all’interno per ritrovare il movimento naturale dell’anima.
L’arcano senza nome XIII: rappresenta la rivoluzione incombente. Molti assetti sociali stanno scricchiolando, il nervosismo aumenta, la situazione economica rischia di peggiorare di giorno in giorno e la probabilità di andare verso un collasso del sistema socio-economico esiste. L’arcano senza nome è la carta del cambiamento ineluttabile ed indipendente dal nostro volere. Possiamo solo scegliere di seguirlo cercando di cavalcarlo come fosse un’onda o di farci travolgere facendoci trovare impreparati.
La maison dieu (la torre) XVI: rappresenta il crollo delle certezze sulle quali avevamo costruito la nostra vita prima di questa quarantena. Molte certezze stanno crollando, le attività che avevamo iniziato, i progetti in cui avevamo creduto, molte di queste cose sono oggi messe in discussione. La visione di futuro che ci eravamo dati va probabilmente rivista e le cose essenziali su cui avevamo costruito la nostra vita potrebbero cambiare.
Il matto: rappresenta l’energia della vita in senso lato, il cosmo nel suo movimento inarrestabile e profondo. E’ il viandante che parte senza una meta ma si muove, sempre e comunque. Sicuramente ci dà l’idea di un muoversi senza meta ma forse ci permette di intravedere anche il primo barlume di un nuovo inizio che si nasconde dietro a tante paure ed angosce. La vita comunque va avanti perché il suo movimento va al di là di ciò che sta succedendo e molto semplicemente stiamo solo assistendo ad una trasformazione.
Le bateleur (il mago) I: è la carta delle infinite possibilità che abbiamo davanti a noi, tutto può succedere, ogni cosa possiamo farla accadere, anche la più bizzarra. Se interpretata con accezione negativa le infinite possibilità che abbiamo di fronte possono generare un dubbio troppo grande su quella che è la strada da seguire e quindi portarci al blocco (l’appeso), ma può anche essere letta in chiave positiva come suggerimento a ritrovare il contatto con la propria immaginazione che può tranquillamente sondare e godersi tutte le strade possibili riprendendo contatto con la nostra creatività e permettendoci di scoprire strade nuove ed inesplorate.
Il teatro di improvvisazione
Nel teatro di improvvisazione ordine e caos sono presenti in diverse forme, sia quantitative che qualitative. Una prima osservazione di carattere qualitativo è che possiamo definire caotico uno spettacolo riuscito male. Laddove non c’è ascolto tra gli attori, i contributi di ciascuno risultano slegati tra di loro, diventa difficile per chi guarda costruire un nesso di senso logico nelle azioni dei personaggi, il tutto risulta caotico ed incomprensibile. Il caos può essere bilanciato da una forte carica energetica del gruppo attoriale che nonostante il caos logico può lo stesso riuscire a performare uno spettacolo almeno divertente da seguire, anche se in questo caso l’oggetto dello spettacolo non è più la storia ma il comico intrecciarsi degli errori umani dovuti al caso. Uno spettacolo diverso da quello che ci si era prefissati. L’energia nel teatro di improvvisazione non gioca tanto il ruolo di ordinare piuttosto quello di allineare, allineare gli attori ed il pubblico nello sentirsi partecipi all’interno della medesima esperienza.
Il tessuto drammaturgico a fasi del Teatro dei Tarocchi può invece essere visto invece come una sorta di ordine generale, una struttura, in grado di reggere e sostenere lo spettacolo indipendentemente dalla performance degli attori. In ogni modo la struttura drammaturgica del Teatro dei Tarocchi consente di portare avanti la storia. Nello specifico, si può riflettere anche sulla differenza tra fasi pari e fasi dispari. Come sappiamo le fasi pari sono le fasi descrittive nelle quali vengono raccontate ed approfondite le relazioni. Queste fasi possono essere viste come le fasi in cui viene ripristinato l’ordine tra le relazioni. Le fasi dispari invece, sono le fasi attive dove le relazioni vengono messe in discussione e vengono trasformate. Queste fasi potrebbero essere associate al caos per via del movimento che esprimono. Attenzione però perché in questo caso il termine caos ha un’accezione positiva poiché rappresenta la vitalità delle relazioni dei personaggi che mettono in moto la storia. Nella fase tre l’energia del caos è così forte da essere distruttiva mentre nella fase cinque il caos agisce come motore curativo e costruttivo di un nuovo ordine finale che osserveremo nella fase otto.